di Salvo Barbagallo
L’Estate, come era inevitabile, porta il consueto caldo ma la città (almeno sino ad ora) non ha perso il suo ritmo. In Sicilia è difficile perdere il ritmo volutamente, se lo fai sei finito. C’è sempre qualcuno pronto a prendere il tuo posto. In questa città siciliana – potremmo essere a Palermo, Catania o altrove – trovi sempre un bar che viene trasformato in punto di riferimento per i soliti quattro amici che s’incontrano abitudinariamente per qualche ora, prima di dedicarsi ciascuno alle proprie faccende. Qui c’è un bar con dei tavolini, pochi, attorno ovviamente diverse poltroncine di plastica scura. E due ombrelloni che consentono un’opportuna ombra. Il caldo rimane, ma c’è l’ombra e la granita di mandorla accompagnata da brioche o cornetto alla crema sono apprezzabili.
Una volta al centro della piazza avevano posto un bellissimo cavallo di bronzo, ma venne tolto dalle competenti autorità (che lo avevano acquistato dall’autore) dopo le proteste di alcuni parrocchiani della vicina chiesa della Madonna del Carmelo, perché mostrava il suo appariscente membro svettante verso il cielo.
Accanto al bar si aprono le vetrine di un’agenzia di viaggi, in questi giorni terribilmente deserta, priva di clienti. I soliti quattro amici seduti attorno al tavolo coperto dalle coppe di granite e il cestello con le brioche e i cornetti, guardano verso l’agenzia, scrollando le spalle con fare comprensivo:
Dice uno dei quattro: Ma come si fa ad andare in vacanza all’estero, con tutte le cose tragiche che stanno accadendo? Se c’è qualcuno che lo fa, è uno sconsiderato, non cosciente dei rischi che può correre. Già è pericoloso andare in un aeroporto: vedi cosa è accaduto a Bruxelles e a Istanbul…
Un altro: Sono tutte balle: i terroristi vogliono incutere paura e tenere tutti a casa. Non è possibile… Si deve reagire. Se ne avessi la possibilità io partirei, magari andrei a Londra…
Il terzo: A fare cosa? E poi, penso che ora per andare in Gran Bretagna occorre il passaporto, la Carta d’identità non basta. La Gran Bretagna non sta più in Europa!
Quello che aveva parlato per primo: E dove sta? In America? Ma che cavolo dici, parli come il premier Matteo Renzi che l’inglese non lo conosce… e usa un linguaggio che capisce solo lui…
E di rimando l’altro: Ora che c’entra in questo discorso Matteo Renzi, ma dal momento che lo hai tirato in ballo devo ammettere che si è comportato da vero premier in merito alla tragedia dei nove italiani massacrati in Bangladesh. “L’Italia non arretra davanti al terrorismo”, ha detto. E questo è il pensiero di tutti gli italiani, non solo quello del premier.
Quello che era rimasto in silenzio: Ma come fate a discutere di queste cose gravi con tanta leggerezza? Non vi vergognate? La gente viene ammazzata come se niente fosse, e noi stiamo a mangiarci la granita. Mi vergogno io stesso.
Il primo: Cosa dovremmo fare noi? L’indignazione non basta, non risolve nulla e, quasi sempre, è un’indignazione ipocrita. Non sappiamo reagire neanche quando siamo colpiti direttamente. Io dico soltanto che non bisogna chiudersi in casa, e se c’è la possibilità, viaggiare e dimostrare che non si ha paura.
Quello che era rimasto in silenzio e poi aveva parlato: Giusto, giustissimo. Vuoi viaggiare? Non imparare l’inglese, allora. Impara il Corano, prima o poi ti tornerà utile. Soprattutto se ti ritrovi all’estero in un ristorante a cena e hai a che fare con terroristi: l’inglese non ti salva, se dimostri di conoscere il Corano potresti non essere sgozzato… Forse è giunto il momento di rendere il Corano materia obbligatoria già nelle scuole medie…
La discussione dei “quattro amici al bar” non è frutto di fantasia: è stata ascoltata casualmente e riportata secondo memoria. In fondo le “quattro chiacchiere” sono più veritiere dei commenti degli analisti che cercano di spiegare tutto a tutti.